6° SEMINARIO ESTIVO PER DOCENTI E FORMATORI

A 90 anni dalla Grande Guerra:
dalle tracce del conflitto alla costruzione della pace ?

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 Alpini a Corvara

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Alpini a Corvara


   

   Il pensiero sprofonda ancora in quell'azzurro terso e nitido al quale si protendono le nude rocce dolomitiche. Rocce eterne. panorama delle dolomitiMaestose nelle altezze. Si impennano e si stagliano con i loro profili aspri contro un cielo vicinissimo. E in quello scenario mozzafiato rimane impresso il senso di scoperta, allegria e amicizia che abbiamo condiviso con gli Alpini di Corvara. Non solo dei professionisti della montagna, ma persone di grandissima umanità con cui abbiamo vissuto momenti di svago, di riflessione e di amicizia autentica. Presenze vigili e attente durante le escursioni, sostegno fermo e rassicurante durante le attività più difficoltose (per alcuni mai sperimentate prima) come la palestra momento conviviale in un pub di Corvaradi roccia, compagni arguti e divertenti durante i momenti conviviali. Questo spazio vuole essere un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno permesso di vivere questa esperienza straordinaria. La grande disponibilità con cui il maresciallo Bocconcello ci ha accolto nella base logistica “Medaglia d' Oro Ferruccio Tempesti” ci ha permesso di condividere momenti della vita quotidiana interna degli Alpini come quello dell'alzabandiera che si riveste di un alto valore simbolico. Vivendo accanto a questi ragazzi sialla palestra di roccia percepisce il senso dello spirito di gruppo, della disciplina, e della collaborazione che vengono a consolidarsi nei reparti. Ringraziamo con gratitudine gli ufficiali degli Alpini ten. Col. Milko Colosi e cap. Massimiliano Ferraresi e gli alpieri Vincenzo e Alfonso per la professionalità con cui ci hanno accompagnato, talvolta quasi fisicamente, in un avvicinamento alla montagna. Li ringraziamo per la cura con cui ci hanno guidato ein passeggiata seguito. Oltre all'amore per le Alpi, la fede nelle istituzioni e nello Stato, la devozione per Cristo e la Santa Madre Maria come riporta la preghiera dell'Alpino, ci hanno offerto una testimoniananza di amicizia che travalica ogni ruolo professionale. Ci hanno donato la possibilità di comprendere il significato del loro essere Alpini, gli ideali per cui vivono e in nome dei quali si espongono a rischi continui. È stato incisivo l'incontro con il Col. Alfredo Massimo De Fonzo (ITALFOR XVI) che ha riportato testimonianze dirette della Missione Italiana in Afghanistan dello scorso anno descrivendo la compmessa - preghiera dell'alpinolessa realtà che attanaglia quel paese. La relazione di carattere storico, ad opera del Col. Maurizio Ruffo tenuta nello suggestivo scenario della vetta del Lagazuoi ha dato voce agli eventi che 90 anni fa si svolsero proprio su quelle cime. Si possono ancora scorgere facilmente le trincee e le fortificazioni completamente ripristinate. È possibile entrarvi dentro. È sconvolgente ripercorrere quei camminamenti e rientrare nei pertugi scalpellati direttamente nel sasso. È la memoria, personale e collettiva, che crea l’identità di ognuno di noi. Ancora oggi le tracce di un passato non poi così lontano sono presenze parlanti nella cornice di una natura alpina incontaminata. La nostra storia nazionale si è avvalsa dello straordinario contributo degli Alpini, ma anche oggi il loro lavoro è una realtà assolutamente significativa e purtroppo spesso sconosciuta dall’opinione pubblica. Siamo grati ai nostri Alpini poiché ci hanno aiutato a comprendere meglio noi stessi e ad amare di più il nostro paese. Il motto sull'etichetta di una bottiglia di vino che il colonnello De Fonzo ci ha regalato e che abbiamo gustato insieme dà voce al significato della loro presenza: “Nec videar dum sim”- “Non per sembrare, ma per essere”. Grazie per quello che siete.

Silvia Veneti